Manganelli alla RTO: “Siate sempre voi stessi”


“Sii tutto ciò che puoi essere”. E’ il motto con cui si è presentato Lorenzo Manganelli, uno degli assistenti top italiani, alla riunione tecnica tenuta presso la sezione di Parma, davanti ad una sala gremita di associati. Dopo la breve presentazione di Alberto Boschi, Lorenzo, internazionale dal 2012 e reduce dal recente Mondiale Under 20 (in terna con Orsato e Tonolini), ha piacevolmente intrattenuto gli intervenuti con una riunione non fatta di regole e disposizioni, ma di consigli psicologici e motivazionali propri di un amico. “Anche dirigendo ad alti livelli abbiamo l’obbligo, e dico l’obbligo, di immedesimarci in voi, di esservi vicino nella vostra crescita. Avete tutto il diritto di riferirvi a modelli positivi e soprattutto non rinunciate mai a sognare. Io ho iniziato a farlo all’età di 12 anni quando seguivo mio padre che arbitrava sui campetti amatoriali e mi mettevo dietro una porta, perfino emozionandomi se il mio fischio ideale coincideva con il suo. Chiudevo gli occhi e immaginavo di poter vivere da vicino una gara di serie A, anche come semplice raccattapalle, respirare quell’aria e guardare negli occhi quei campioni e quegli arbitri che per me rappresentavano qualcosa di irraggiungibile”. E invece, ad esempio in Lazio – Roma c’eri in campo tu, e da protagonista… “Sembrerà paradossale, ma quando arrivi ad essere designato per queste gare non vedi l’ora che finiscano perché non è facile confrontarsi con questi palcoscenici. Ti godi poco il momento. E’ un grande onore ma anche un pesante onere sopportato grazie ad un obiettivo da raggiungere che non può mai mancare, grazie alla voglia di crederci, alla tenacia, alla passione. Proprio questo vorrei trasmettervi stasera: darvi elementi per avere entusiasmo, convincervi che andare sul terreno di gioco è una sfida in qualsiasi categoria prima per la persona e poi per l’arbitro”. Due parole chiave nel suo discorso: l’ascolto e la presenza: “Ognuno di noi vive momenti in cui ha bisogno di essere ascoltato, di esprimere i propri pensieri, anche negativi, trovando dall’altra parte qualcuno che lo sappia consigliare, indirizzare. Basta poco, a volte, per non perdere ragazzi ancora fragili, in formazione. Per far questo è necessaria la presenza, come un paziente accompagnatore che indichi la via soprattutto nei momenti difficili. Non fatevi rubare i vostri sogni da nessuno: la forza è sempre nel bambino che c’è in noi, nella nostra mente che non deve smettere di vedere il traguardo, anche se lontano. Io stesso ho vissuto esperienze personali fuori dal campo che mi hanno provato molto e di cui ancora adesso porto le cicatrici, ma capisco che le possibilità sono due: l’arrendersi e il piangersi addosso o il riprendersi ricominciando come e meglio di prima. Vince quella che noi e solo noi decidiamo di privilegiare”. Infine, la metafora. “Mi piace considerare l’arbitro come il vino: la vite ha un suo ciclo e, affinché dia buoni frutti, è necessaria anche una buona potatura. Serve per avere la cosiddetta lacrima, che porta al vino migliore. Ecco, per l’arbitro non è molto differente: la potatura corrisponde agli errori da rilevare se davvero si vuole crescere e arrivare ad alti livelli. Dimenticavo: non pensate per forza alla crisi come a qualcosa di negativo, la vera crisi è il non credere, la mancanza di stimolo a fare meglio. Non abbiate paura allora, sappiate rischiare con il sorriso sulle labbra. Proprio come un bambino”.

 

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Alberto Boschi con Manganelli

Manganelli durante il suo intervento. Presente Filippo Meli

Manganelli durante il suo intervento. Presente Filippo Meli

Manganelli con gli assistenti della sezione

Manganelli con gli assistenti della sezione