Borsa di Studio “Valdo Franceschi”


Tutti gli anni la famiglia Franceschi, tra cui Ermanno, associato della sezione, mettono a disposizione una borsa di studio per l’arbitro che si sia particolarmente distinto negli studi e sul terreno di gioco. Un modo bellissimo di ricordare una persona, Valdo, che teneva moltissimo ai giovani fino ad essere per molti di loro un secondo padre.

valdo-franceschi-federaleMa chi era Valdo Franceschi? Domanda non semplice se non si può fornire una risposta articolata. Impossibile, infatti, rispondere in due righe. Si potrebbe dire che era semplicemente un Uomo di Sport, di quelli a 360 gradi, senza eccezioni. Ma potrebbe significare tutto e niente. Eppure, ancora oggi, se si fa il suo nome nei locali della sezione o della federazione, i più anziani sfoggiano un sorriso nostalgico che sa tanto di rispetto verso una figura che ha innegabilmente dato tanto. Valdo, signore dall’aspetto ottocentesco, è stato un grande dirigente, pronto sempre ad aiutarti nei momenti di difficoltà ma fermo quando c’erano da prendere delle decisioni, anche scomode e impopolari. Sapeva essere padre di famiglia, fratello maggiore e allo stesso tempo diventava severo se le circostanze lo richiedevano. Era un noto collezionista di cimeli direttamente connessi al mondo calcistico e arbitrale in particolare: dedicava una cura quasi maniacale alla conservazione dei distintivi delle squadre di volta in volta dirette in serie D e C, mentre un curioso aneddoto è legato alle tessere arbitrali. Faceva denuncia di smarrimento ogni anno in modo che nessuno poteva richiedergli indietro quella relativa all’anno precedente e nel frattempo le custodiva gelosamente a testimonianza di un grande attaccamento all’associazione. 63 gli anni trascorsi nell’AIA che costituì, insieme all’atletica leggera, l’amore sportivo della sua vita. Credeva molto nei giovani, nei valori che dovevano contribuire a fare l’arbitro, da un punto di vista molto prima umano e poi tecnico. “Arbitri si nasce, bravi arbitri si diventa”, era solito dire e con queste parole ha cresciuto più generazioni di fischietti, alcuni dei quali diventati famosi su palcoscenici molto importanti. Da più stagioni i figli, tra cui Ermanno, associato con quasi 50 anni di appartenenza, hanno istituito una borsa di studio a suo nome che premi la persona mix migliore tra arbitro e studente. Media delle visionature ed esami sul libretto universitario, quasi a ricordare che l’arbitraggio è una palestra di vita che può accompagnarti nel tuo percorso, che resta comunque al primo posto. Perché, come diceva Valdo, senza veri uomini non possono esistere veri arbitri.