Alberto Michelotti nella Hall Of Fame del calcio


L’articolo di Gaetano Pugliese pubblicato dal sito ufficiale dell’A.I.A. 

“Dirige Michelotti da Parma”. È stato un must degli anni Settanta, riecheggiato per chissà quante volte dalla radio, magari a valvole, portata allo stadio o poggiata sul tavolo di casa.

È stato uno stile divenuto, qualche anno fa, perfino un libro che narrava, appunto, le vicende di una delle giacchette nere più famose dell’arte pedatoria nostrana. In un calcio lontano anni luce dalle pay tv e dai social, i personaggi di campo diventavano spesso icone per l’immaginario collettivo, magari attraverso la figurina dell’album. E adesso, con l’ingresso nella Hall of Fame del calcio italiano, il fischietto parmigiano ha il suo meritatissimo posto nella storia. È in buona compagnia: Lo Bello, Collina, Agnolin, Casarin, Gonella (anche lui passato da Parma…) e Rizzoli sono solo alcuni tra gli altri arbitri che costituiscono, ora assieme a Michelotti, una sorta di élite ristretta che consente di ripercorrere silenziosamente la storia di una scuola da sempre all’avanguardia nel mondo. In campo, manco a dirlo, Michelotti era un uomo tutto di un pezzo, e non solo per la sua statura fisica che bastava e avanzava per incutere rispetto.

Non è mai stato tipo da scendere compromessi, Alberto, e questo era visto pure come garanzia di imparzialità: “dirige Michelotti” era, allora, anche uno slogan che metteva tranquilli un po’ tutti considerati il carisma e la bravura dell’uomo e dell’arbitro. Figura poliedrica della sua città, dopo una breve esperienza da calciatore in realtà della provincia (Borgotaro su tutte)fu convinto da dirigenti del calibro di Bellè e Franceschi a indossare la giacchetta nera di direttore di gara. Non l’ha più smessa, anzi l’ha portata in giro per il mondo, con quel suo orgoglio mai celato di essere parmigiano. Finale di Coppa UEFA, gara inaugurale di Euro 1980 in Italia, Olimpiadi di Montreal del 1976 sono solo alcuni degli impegni fuori Italia che hanno reso famoso l’ “Albertone” (così lo chiamano) di Parma.

“È un grande orgoglio per noi – commenta il Presidente della Sezione di Parma Matteo Comastri – vedere scolpito il nome di un nostro associato nella storia del calcio italiano. Tanti ragazzi, non solo qui in città, hanno iniziato con il mito di Michelotti, sognando magari di ripeterne i traguardi. Il riconoscimento ufficiale è arrivato ora, ma ci tengo a dire che per noi Alberto è stato, è e sarà sempre un pezzo della nostra storia”

Fonte www.aia-figc.it

https://www.aia-figc.it/dettaglio.asp?ID=17145