Fine stagione, tempo di bilanci (e di festeggiamenti)


Fine stagione, tempo di sorrisi, strette di mano e risultati finali. A Parma, il termine dell’annata è coinciso con la conclusione del mandato di presidenza di Alberto Boschi, eletto due anni fa. Il suo intervento di apertura della serata è stato, allo stesso tempo, un saluto e un ringraziamento. Boschi ha rimarcato come sia terminata un’annata difficile, appesantita dalla crescita di episodi di intolleranza ai danni degli arbitri che, nonostante tutto, sono riusciti a garantire la regolarità della stagione. Le sue parole prima della consegna dei premi sezionali, intitolati a grandi figure dell’arbitraggio ducale come Orsi, Bellè, Prati, Franceschi e altri, sembrano costituire una sorta di paterno consiglio specie per i più giovani. “Sono stato spesso severo ma spero di essere anche stato giusto. Ho dato e ricevuto molto in questi due anni ma ora bisogna cambiare. Prima di essere dei bravi arbitri siate soprattutto uomini e donne autentici, che siano dalla parte degli ultimi perché stare con i primi è troppo facile”. Molto bella la cerimonia di consegna dei riconoscimenti sezionali ad associati che si sono particolarmente distinti nel corso della stagione. A premiare ci hanno pensato dirigenti nazionali e del CRA come Erio Iori e Sergio Zuccolini e del CONI come Gianni Barbieri, oltre che colonne dell’arbitraggio parmigiano: in particolare, il premio Luigi Battilocchi è stato consegnato da Alberto Michelotti e Dino Sozzi, quasi a ricomporre idealmente una fra le terne italiane più conosciute degli anni Settanta. A chiusura della manifestazione e prima della consueta cena, è intervenuto il vice Presidente dell’AIA Narciso Pisacreta il quale ha prima ringraziato tutti gli arbitri per il servizio svolto durante la stagione, quindi ha lodato Boschi per essere sempre stato a disposizione dell’associazione sia sul terreno di gioco che in campo dirigenziale. Significativa una frase sull’arbitraggio. “ All’inizio tutto nasce per curiosità o per gioco – ha detto Pisacreta – ma poi ci si innamora. Arbitrare è emozionarsi per il contesto o per un fischio che non esce, avere il coraggio di decidere quando sarebbe più facile non farlo ed essere responsabilizzati verso le Società, coloro che designano e soprattutto noi stessi”.