Farò e sarò: Matteo Comastri a microfono aperto


Comastri tra il delegato CRA Algeri e il presidente uscente BoschiSono da poco passate le due di notte di un sabato di fine maggio quando Matteo può finalmente togliersi la cravatta. Sappiamo bene che non la ama: ha ancora gli occhi lucidi e l’andamento leggermente tremante di chi ha vissuto una bella (e grande) emozione. I verbali sono ancora sul tavolo, manca qualche dettaglio perchè siano ultimati, chiusi e consegnati alla storia. La firma più importante è stata da poco apposta: Matteo Comastri è il nuovo presidente della sezione AIA di Parma.

“E’ un onere e un onore poter prestare la mia opera all’associazione ed in particolare ad una sezione piena di storia come la nostra. Sono rimasto stupito dalla dimostrazione di stima che gli arbitri, giovani e meno giovani, hanno voluto darmi in questa lunga serata. Un risultato che nemmeno io mi aspettavo, che mi riempie di orgoglio e mi sprona a dare il meglio fin da domani”. Avrebbe una gran voglia di andarsene a dormire, di smaltire col riposo un po’ della fatica accumulata nelle ultime settimane ma ci tiene a dire alcune cose.

“Credimi, non sono ringraziamenti di facciata o parole di circostanza quelle che seguono. Vorrei sottolineare come l’opera di Alberto (Boschi, nda) sia stata di fondamentale importanza per la sezione: poteva godersi la sua posizione di benemerito e invece ha voluto mettersi al servizio di questa famiglia in cui lui stesso è cresciuto. Sarebbe bello poter avere ancora la sua opera in un ruolo attivo (intanto è stato eletto Delegato all’Assemblea Nazionale del prossimo autunno) perché è vero che c’è bisogno dell’esuberanza e dell’energia dei giovani, ma non si può assolutamente trascurare il peso della saggezza derivante dall’esperienza”.

A proposito, ora bisognerà pensare alla squadra da costruire, con cui condividere un quadriennio di criticità e soddisfazioni, i due lati che, inevitabilmente, impregnano ogni incarico. “Devo prima brevemente metabolizzare il risultato, poi mi metterò al lavoro senza sosta. La composizione del Consiglio direttivo è molto importante: la sezione non è del Presidente ma di tutti gli arbitri e un uomo solo non può assolutamente ambire ad alcun risultato. Cercherò di attingere alle varie potenzialità e professionalità che possediamo, auspicando un bel mix tra ragazzi giovani e arbitri esperti che possano aiutarci nei momenti meno facili, inevitabilmente presenti in un mandato”. Un obiettivo della gestione che ti appresti ad iniziare.

“Il futuro, anche in campo, è dei giovani. Dobbiamo fare reclutamento, formazione e accompagnarli all’organo tecnico superiore con il giusto bagaglio di esperienza, senza avere fretta rischiando di bruciarli. Un ragazzo che vuole fare l’arbitro, con la complessità della nostra funzione e della non cultura che spesso si vede in giro, è oggi un dono da apprezzare e coltivare. Ecco, vorrei che l’associazione fosse un punto di riferimento non solo tecnico, come è giusto che sia, ma anche e soprattutto umano. Non dimentichiamoci che i genitori di un quindicenne che si iscrive al corso per arbitri si aspettano non tanto che diventi Collina o Agnolin quanto che cresca in un ambiente sano, che lo aiuti a diventare un uomo. Su questo dobbiamo puntare: non c’è nulla che aiuti a formarsi come decidere per tutti in una frazione di secondo. I ragazzi vanno accolti, abituati al rispetto delle regole di cui poi dovranno essere garanti e incoraggiati quando scopriranno che l’arbitraggio non è solo divertimento ma anche sacrificio”.

Un pensiero anche per Rodolfo Del Monte, il secondo candidato alla presidenza. “Essere almeno in due in una elezione è sempre una buona cosa per la democrazia e il confronto delle idee che, in questo caso, è stato rispettoso e corretto. D’altra parte, siamo tutti arbitri quindi il pensiero di fondo di far bene per l’associazione è comune un po’ a tutti quindi anche a me e Rodolfo che è una persona da me stimata ”.

Altro da aggiungere? “Si, ho bisogno di un letto per far chiudere gli occhi e riposarmi dopo una serata comunque emozionante. Buonanotte.”

E, aggiungiamo noi, da domani buon lavoro.