RTO con il CRA: una squadra per fare…squadra


Il colpo d’occhio è quello delle grandi occasioni: una sala riunioni completamente piena per assistere alla riunione tecnica plenaria tenuta dal CRA, arrivato con alcuni componenti della sua squadra, capitanata dal presidente Sergio Zuccolini. All’inizio, per un attimo, il tuffo nel passato, a quella sera del Marzo 1998 quando con Ceccarini, Medeot e Trentalange, il Sergio assistente era in campo al Westfalenstadion di Dortmund per il ritorno della Supercoppa Europea tra il Borussia di Nevio Scala e il Barcellona. Quasi venti anni dopo, con qualche capello bianco in più, lascia la parola alla sua squadra formata da Stampacchia, l’esperto di calcio a 5, Bernardoni, che conosce bene il mestiere dell’assistente, Giorgetti, un giovane dirigente che ha discusso di arbitri con parlata fluente e accattivante, e il vice Gallo, con lo sguardo rivolto verso il lavoro degli osservatori. Una serata, dunque, a 360 gradi quasi a testimoniare che ogni componente ha la sua importanza, esattamente come in campo è fondamentale essere squadra, aiutarsi vicendevolmente. Una riunione diversa dal solito e dalle analoghe degli anni precedenti: stavolta Zuccolini lascia fare, ascolta, si riconosce in quelle direttive che lui stesso, insieme ai suoi più stretti collaboratori, ha studiato e messo a punto. Nulla, nel calcio di oggi, può essere lasciato al caso proprio perché il dilettantismo non deve essere una scusante per giustificare errori arbitrali che non siano fisiologici. La preparazione alla gara, il documentarsi sulle squadre che si vanno a dirigere, il ruolo della rete che ormai consente di reperire notizie e immagini su tutto e tutti, indipendentemente dalla categoria: un arbitro che vuole definirsi moderno non può trascurare nulla, anzi deve presentarsi in ottime condizioni fisiche e mentali all’appuntamento con il calcio di inizio. Bernardoni si è soffermato sugli aspetti della collaborazione tra arbitro e assistenti, sulla possibilità che le due componenti concorrano ad una buona direzione di gara, evitando omissioni e invasioni di campo, entrambe dannose per il rendimento di squadra. Ha chiuso la serie di interventi, che hanno tenuto alto l’interesse dei presenti, il vice presidente regionale Michele Gallo il quale ha rimarcato l’importanza del ruolo dell’osservatore soprattutto per la crescita dei giovani ragazzi. Un buon consiglio, dato al momento e con i toni giusti, può essere una buona molla motivazionale tesa al continuo miglioramento. Fare gli osservatori, dunque, a dispetto del nome non significa solo guardare, ma anche essere un po’ amici sinceri e schietti e un po’ padri di famiglia che sanno discernere il momento per un rimprovero a fin di bene da quello per una pacca sulla spalla: tutto serve, basta trovare il giusto equilibrio.