E’ bello, il nostro mondo


E’ bello quando arriva Natale. Si respira un’aria diversa e pazienza se queste giornate sembrano più degne di un tardo ottobre che di un principio di inverno. Bizze di un clima che un fischio non può fermare e un cartellino non può punire;

E’ bello vedere tanta gente in sezione, accompagnata da mogli, fidanzate/i e bambini per far capire a tutti che gli arbitri sono prima uomini come tutti gli altri e poi vanno in campo;

E’ bello vedere Pippo Meli, in rampa di lancio per Inter-Lazio del giorno dopo, tenere in braccio il suo piccolo a dimostrazione che i nostri valori sono gli stessi della gente comune. Che non basta, fortunatamente, apparire nel calcio che conta per essere diversi dagli altri;

E’ bello vedere Alberto che, evento raro come la banconota da 25 lire di inizio secolo con Umberto I, ride e si fa fotografare con Matteo Comastri che, a sua volta, indossa un papillon rosso ideale per l’occasione;

E’ bello vedere tanti festoni che pendono dal soffitto, in genere serio come le riunioni tecniche che si tengono nella sala e neutro come un arbitro deve sempre essere;

E’ bello leggere negli occhi di Beppe, Vania, Massimo, Giorgio, Alessia, Federica e gli altri ragazzi che hanno collaborato la soddisfazione per aver realizzato qualcosa di veramente aggregante tra tutti noi. Perché gli arbitri sono persone e le categorie in cui dirigono non sono muri che li dividono;

E’ bello trovare Canola vestito da Babbo Natale e Michelotti che si aggira un po’ di qua e un po’ di là stringendo mani e ricevendo pacche sulle spalle: un’associazione che guarda al futuro non può mai dimenticarsi del suo passato;

E’ bello quando viene consegnata la pergamena a Ermanno Franceschi per i suoi 50 anni di tessera: esempi da tenere bene a mente perche spesso arbitri si diventa e ci si resta per sempre;

Non sarebbe bello, ma è bello lo stesso vedere il buon Morini che, pur con la linea di un lottatore di sumo, si piazza nelle vicinanze del buffet e non si allontana più. Avercene come Claudio….;

E’ bello scorgere ragazzi che si allenano il giorno di Natale sgambettando nella cittadella, inseguendo un sogno o solo un sorriso, dimostrando che arbitrare è prima di tutto socializzare anche se sul terreno di gioco sei spesso solo;

Sarebbe bello se, dopo il Natale e con l’avvento del 2016, nel campo si ricordassero un po’ più di noi, dei nostri sorrisi, della nostra vita, dei dubbi nostri compagni di viaggio e dei nostri errori che ci aspettano sempre oltre la siepe di un fischio o di uno sbandieramento. Sarebbe bello si, però identifica un mondo troppo diverso da quello esagerato che viviamo, anche nell’inseguire un pallone.

Allora, ci teniamo la nostra serata con gli auguri e la spensieratezza di una famiglia, non di un insieme di codici. E’ stato bello esserci, sarà ancora più bello ritrovarsi. Più forti e compatti di prima.

Buon 2016 a tutti.

 

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